Per Povertà Energetica s’intende. “l’impossibilità per una famiglia di accedere a servizi energetici essenziali che forniscono livelli basilari e standard dignitosi di vita e salute, compresa un’erogazione adeguata di riscaldamento, acqua calda, raffrescamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi, nel rispettivo contesto nazionale, della politica sociale esistente a livello nazionale e delle altre politiche nazionali pertinenti, a causa di una combinazione di fattori, tra cui almeno l’inaccessibilità economica, un reddito disponibile insufficiente, spese elevate per l’energia e la scarsa efficienza energetica delle abitazioni”.
Questa situazione riguarda non solo i paesi dell’emisfero sud, ma anche i paesi con un grado di industrializzazione più elevato. Italia compresa. Il superamento della povertà energetica è da quasi due decenni uno degli obiettivi dell’agenda internazionale delle Nazioni Unite: si sono infatti fissate l’obiettivo dell’accesso universale all’energia sostenibile entro il 2030.
Secondo l’Osservatorio europeo sulla povertà energetica, circa 45 milioni di persone non sono in grado di fornire un riscaldamento adeguato alle proprie case e 41 milioni sono in ritardo con la bolletta energetica. Un quarto delle famiglie in Europa ammette di non potersi permettere un riscaldamento, un raffreddamento o un’illuminazione adeguati nelle proprie case.
In Italia, secondo l’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe), 2,2 milioni di famiglie si trovano in questa situazione. La maggior parte dei poveri energetici italiani sono vedove, il 61,4% delle quali sono donne, che vivono in periferia. Per mettere il dato in prospettiva, secondo Save the Children, il 10% delle ragazze, dei ragazzi e degli adolescenti vive in famiglie povere di energia.
In generale, le politiche per combattere tale fenomeno si classificano in:
- politiche per ridurre la spesa energetica delle famiglie;
- politiche per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni;
- sussidi a famiglie con redditi bassi.
Finora il lavoro si è concentrato principalmente sulla prima categoria. Il Bonus Sociale Energia e Gas, introdotto dal 2007, utilizza l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) come indicatore principale per determinare l’incasso del bonus. Sebbene il numero dei beneficiari sia aumentato negli anni, esistono ancora delle lacune.
Oggi, in Italia e in Europa, la povertà energetica è un problema strettamente legato alla transizione energetica, ai cambiamenti degli stili di vita e dipenderà sempre più dalla capacità delle persone e delle famiglie di accedere all’efficienza degli edifici e alle tecnologie di produzione di energia rinnovabile.
Se questo non viene integrato nelle strategie di policy, le famiglie in povertà energetica di domani saranno quelle escluse dalla transizione energetica. Non potranno, infatti, permettersi le nuove tecnologie in ambito energetico e di efficientamento.
Tratto da “BOLLETTINO INFORMATIVO” numero di settembre 2024